L'App da un Miliardo di Dollari (di due Italiani) che Rivoluziona la Medicina

Sunday, April 25 2021

«Se non fosse stato per le Olimpiadi di Informatica di 21 anni fa non saremmo qui» dicono Luca Foschini e Alessio Signorini. «Qui» è Evidation, la società che ha creato la più grande rete americana per la medicina digitale e ora vale, secondo l’agenzia Bloomberg, un miliardo di dollari. E che, soprattutto, potrebbe rivoluzionare la ricerca scientifica e la medicina preventiva, usando i «big data» e le strategie di interazione con gli utenti impiegate dai social network per migliorare la salute degli utenti. La sua piattaforma Achievement traccia 4,5 milioni di iscritti condividendo i dati sui loro movimenti, ritmi cardiaci, modelli di sonno e altri indicatori biomedici, raccolti da dispositivi indossabili come Fitbit e Apple Watch, per individuare gli inizi e i segni premonitori di malattie come Alzheimer o ictus e spingere le persone a comportamenti che possano prevenirle. Evidation è ancora una start up: Foschini e Signorini, entrambi 39 anni, il primo di Faenza, il secondo di Genova, l’hanno fondata 9 anni fa a Santa Barbara, in California, da dove parlano via video, il volto abbronzato e l’italiano ormai colorato da un leggero accento americano.

«Avevamo 17 anni, siamo stati scelti, dopo aver passato le selezioni delle nostre scuole e poi città, per far parte della squadra italiana che partecipava per la prima volta alle Olimpiadi di Informatica. Per prepararci ci hanno portato una settimana a Castellanza e ci hanno allenato a risolvere problemi, che è il senso vero della programmazione: scrivere un algoritmo per risolvere problemi difficilissimi data una quantità limitata di tempo e spazio» dice Signorini. Hanno iniziato lì a vedere tutto in termini di possibili soluzioni: dai semafori a «qualsiasi altra cosa che pensavamo di poter migliorare». Sono anche diventati amici. Molti anni più tardi, dopo gli studi all’Università di Pisa e alla Scuola Superiore Sant’Anna e dopo essere andati all’estero per studiare e lavorare (Signorini tra l’altro ai motori di ricerca con Kimbal Musk, fratello di Elon; Foschini a Google e al Cern) hanno deciso di mettersi insieme per risolvere quello che per loro era il problema più grande di tutti: la salute. Anche per esperienza personale: Alessio Signorini è figlio di Gianluca Signorini, l’ex capitando del Genoa, poi giocatore e dirigente del Pisa, morto a 42 anni di sclerosi laterale amiotrofica (sla). «Sia noi che le nostre due co-fondatrici Christine Lemke e Mikki Nasch siamo stati toccati da un problema di salute o di persona o tramite qualcuno che ci stava vicino, un padre, un fratello — spiega Signorini —. Prima lavoravamo con i big data in settori come l’intelligenza artificiale o la pubblicità. Poi una decina d’anni fa abbiamo pensato che c’era un uso migliore. Che potevamo impiegare quello che sapevamo fare per un fine più grande. Per tutti noi è importante. E infatti nove anni dopo siamo ancora tutti a lavorare in azienda. È rarissimo nel mondo della tecnologica informatica».

Hanno creato una piattaforma basata sul «lifelogging» (la bioconnessione) dei segnali del proprio corpo con dispositivi tecnologici indossabili. La app si collega a quei dispositivi e mostra agli utenti e solo a loro i dati aggregati che ne ricava. «Inoltre dà dei punti per i comportamenti salutari: andare a correre, pesarsi, mangiare correttamente. I punti si possono riscuotere sotto forma di piccole somme di denaro o donazioni ad enti di beneficenza — spiega Luca Foschini —. A loro chiediamo anche se vogliono partecipare a delle ricerche. Se sì, si ricevono eventuali questionari e, se servono, test a domicilio». Le aziende che hanno bisogno di quei dati pagano per averli in forma anonima e forniscono i fondi con cui vengono remunerati, gli utenti che sono sempre avvertiti del tipo di informazioni che forniscono e delle finalità a cui servono.

«Nel frattempo i dati aiutano anche le persone: se per esempio ti sei operato al cuore o all’anca e per riprenderti hai bisogno di camminare, ti diciamo se lo fai abbastanza». E così via: le applicazioni sono infinite. «La salute non attira, non ci vogliamo pensare. Noi usiamo le app per il fitness per farti occupare delle cose che ti fanno bene» dice ancora Foschini. Una sperimentazione ha dimostrato che, grazie all’impulso della loro app (il cosiddetto «intervento digitale»), un gruppo di diabetici ha aumentato il tasso di vaccinazione contro l’influenza, che per questa categoria di persone può avere conseguenze gravi. «È uno strumento facile da utilizzare — spiega Foschini —. La nostra idea è che con azioni simili si potrebbe avere un impatto enorme a livello di salute pubblica». La conseguenza potrebbe essere la completa rivoluzione della medicina occidentale: da intervento episodico per riparare i danni dell’organismo a prevenzione costante dei problemi di salute.